Disabilità e canottaggio – Marco Tirenna: “Per i miei ragazzi lo sport è una gioia che cambia la vita”

Data:
3 Dicembre 2017

Disabilità e canottaggio – Marco Tirenna: “Per i miei ragazzi lo sport è una gioia che cambia la vita”

Barba da hipster, sorriso rassicurante, sguardo luminoso. Alla Canottieri Telimar Marco Tirenna non è solo il vice di Marco Costantini. E’ per tutti un punto di riferimento, un amico, un uomo su cui contare. E’ per questo che nel 2013 il presidente Marcello Giliberti gli ha affidato la squadra Special olympics, formata da atleti con disabilità intellettive: un ruolo per il quale in questi anni ha speso grandi energie che lo hanno portato a un traguardo importante. Sabato, davanti al vice presidente della Federazione Andrea Vitale, al presidente del Comitato regionale Lorenzo D’Arrigo e, soprattutto, davanti ai suoi ragazzi, Marco ha visto materializzarsi il progetto Rowing for all, che elegge Palermo a punto di riferimento regionale e nazionale (insieme a Torino e Roma) per il canottaggio per disabili. Un premio per lui e per tutto lo staff della Canottieri Telimar, che da anni investe nello sport coma fattore di inclusione e progresso sociale.

Disabilità e canottaggio - Marco Tirenna: "Per i miei ragazzi lo sport è una gioia che cambia la vita"

L’inaugurazione del polo “Rowing for all” della Canottieri Telimar. A sinistra, Marco Costantini. Da destra, gli azzurri Mirko Cardella e Emanuele Gaetani Liseo, testimonial del progetto.

Marco, Palermo diventa capitale del canottaggio per disabili nel Sud Italia: un riconoscimento importante per la Sicilia e per chi come te contribuisce a migliorare la vita di chi è stato meno fortunato.
“E’ un grande risultato per chi ha una disabilità fisica e intellettiva e oggi fa canottaggio perché rappresenta il riconoscimento per loro, per gli sforzi che fanno, per i genitori che sono sempre presenti. Per me è un motivo di grande gioia e soddisfazione vedere riconosciuto il loro impegno. Se lo meritano!”.

Quali sono i benefici di Rowing for all per un disabile e la sua famiglia?
“Grazie ai contributi economici ricevuti dalla Fondazione Vodafone, da ora e per un anno si potrà fare canottaggio gratuitamente nella sede della Canottieri Telimar. La nostra società, inoltre, è stata dotata di due imbarcazioni “quattro gig” nuove, remi e tre remoergometri che saranno utilizzati dalla squadra adaptive (cioè chi ha disabilità fisiche, ndr) e special olympics (disabilità intellettive, ndr).

Tu segui anche la squadra agonistica: da allenatore, che significa seguire ragazzi autistici, con la sindrome di Down o con altri malattie invalidanti?
“Allenare questi ragazzi è una gioia, mi dà grande soddisfazione. E nel farlo incontro le stesse “problematiche” che posso avere con i normodotati. La verità è che quando sali in barca loro riescono a fare canottaggio senza grossi limiti. Ma il vero beneficio, che riguarda anche le famiglie, è che vengono qui ad allenarsi e si divertono”.

Quante volte si allenano durante la settimana?
“Tre volte alla settimana. E se capita che, per altri impegni, qualcuno di loro non riesca a venire dovreste vedere come ci resta male: non vogliono perdere un giorno”.

Quest’anno, ma anche in passato, avete fatto diverse gare: sono momenti che restano impressi nel tuo e nel loro cuore.
“Sì. Ma vorrei puntualizzare il fatto che per noi la gara è un di più, non è l’obiettivo finale come potrebbe essere per un atleta normodotato. Il nostro è il lato più sorridente, spensierato del canottaggio. Con i ragazzi viviamo questo sport nel modo più sereno possibile”.

Ultimo aggiornamento

3 Dicembre 2017, 16:30